martedì 12 febbraio 2019

The Gentlemens


La Corte dei Miracoli, a Siena, ha riaperto da qualche mese: è una notizia grandiosa.
Decidiamo di ricominciare a frequentarlo stasera che da Ancona arrivano i Gentlemens.                 
Il trio sale sul palco verso le undici e la sala si riempie piano, con curiosità.
Scorgo una splendida chitarra "Billy Boy" adagiata sul sostegno alla destra del palco e già immagino l'entità della distorisione, l'equilibrio sbilanciato dei toni medi e bassi, la corposità di un suono fuori dal classico e dal comune che ne verrà fuori: una vela dispiegata con il vento del garage punk a favore.
La impugna Giordano, GB, che dall'inizio alla fine del concerto suona senza scomporsi, "come fa?", mi chiedo, con in mano quel gioiello e la sua arroganza elettrica?
Non si può dire lo stesso di ciò che succede a sinistra della scena, dove Paolo, PF, il frontman e l' anchor-man della band interpreta il suo personaggio a metà fra Nick Cave e Jon Spencer, indossando un lussureggiante abito gessato scuro.
Al centro della scena c'è la batteria di Daniele, DF, e la sua figura imponente a dominarla.
Un lungo ciuffo scende sul suo viso sudato e sulla sua barba e rimbalza indietro ad ogni colpo. Un head-banging da seduto che traccia il pezzo come un elettrocardiogramma su un monitor.
I tre hanno un'intesa esemplare, vengono da anni di esperimenti e ricerca sonora.
Ognuno con la propria individualità fusa nel progetto "Gentlemens".
Spaziano su più variabili del punk, del garage e del blues, mescolando repentinamente gli ingredienti da brano a brano lungo la scaletta.
Alternativamente, il suono carico di feedback lascia il posto a brevi riff autenticamente rock-blues, ballabili. Il pubblico capisce e si muove, salta, si scontra.
L'enfasi e l'estasi di PF iniziano a totalizzare la scena.
Ci guarda, ci sente, ci esorta.
Le linee bianche, parallele e regolari del suo completo sono un ordine che presto verrà sovvertito;
ancora un paio di pezzi e la giacca volerà via.
Mi allontano un attimo per prendere una birra e quando torno in sala rintoccano tre note discendenti, un coinvolgente giro suonato a ripetizione. Le ombre danzano  illuminate a momenti dalle luci di palco che passano attraverso i Gentlemens.
Il pezzo che si apprestano a fare, in questo momento, è una cover degli AIR, alla quale hanno cambiato il nome da "Sexy Boy" a "Sexy Girl", accendendo un falò elettrico sul semplicissimo ma efficace giro di basso originale, generando una metamorfosi, partorendo una nuova creatura musicale che di "french touch" ormai ha ben poco.
Concludo la serata con un lungo applauso.
Lo show è stato di alto livello.

E poi sono proprio contento che la Corte sia di nuovo tra noi.

Luz





 

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