lunedì 21 dicembre 2015

Mombu

Lo show a cui abbiamo assistito stasera non è stato un concerto.
Molti, non a caso, non hanno esitato a definirlo come "la giusta colonna sonora per un rito voodoo"!

Ma veniamo ai fatti.
Questi nostri musicisti romani - Luca, degli Zu, al sax e Alberto, batterista dei Neo - sono in realtà due vecchie conoscenze del panorama musicale internazionale.
Prendono elementi di modern jazz à la John Zorn, aggiungono ritmi tribali e brutalizzano il tutto con una massiccia dose di tecnica e fisicità metal, sbattendo il loro furioso assalto afro-grind in faccia agli increduli e impotenti presenti.



Gli strumenti dialogano, si inseguono, si sfidano, s'impennano rapiti da un mantra ritmico ed ossessivo fino ad acquistare velocità e a dilatarsi, volteggiando sulle teste del numerosissimo pubblico, sbalordito, che nonostante i litri di sudore versati in platea dopo un'ora abbondante di live, non ne vuol proprio sapere di congedarsi dai due sciamani.

Gianpanico

mercoledì 16 dicembre 2015

Makhno + Sneers

Doppio appuntamento d'eccezione per il sabato della Corte dei Miracoli, a Siena.
Apre la serata il noise dei giovani Sneers.
Il duo pistoiese-trentino inchioda i presenti con il suo mantra ossessivo e disturbato di chiara matrice Sonic Youth, che ci rimanda direttamente alle sonorità più inquietanti ed oscure del periodo EVOL.
E mentre Leo ci ipnotizza con la sua ritmica potente, la voce di Greta (Cat Power Vs Pj Harvey) ci conduce nei meandri più remoti del nostro più malato subconscio.

Dopo quasi un'ora di elettrizzante muro di suono è la volta di una vecchia conoscenza del panorama musicale: Paolo Cantù ed il suo nuovo progetto Makhno,
Avere sul palco della Corte dei Miracoli una colonna portante della scena indie italiana si questo calibro è francamente un'emozione grande, e una volta on stage, questo one-man-band ex Six Minute War Madness, ex A Short Apnea, ex Afterhours, con il suo post-rock ora crudo ora dilatato, dopo trent'anni e passa di carriera musicale alle spalle, già dai primi brani demolisce il luogo comune che vuole che "..il periodo più prolifico di un artista sia quello relativo ai primi quattro-cinque anni di produzione.." e che, come dimostrò a suo tempo il grande omonimo ucraino, "arma" alla mano e idea meravigliosa in testa, seppur solo contro tutti, si possono buttare giù tutti i muri!
Lunga vita a Makhno!
Lunga via a Paolo Cantù!

Gianpaniko