mercoledì 13 settembre 2017

Hund


Un giro di basso incalzante su una cassa in quattro quarti, subito morbidamente avvolti da armonici di chitarra in delay, poi un sussurro che affiora da questa nebbia viola.
Ragazzi di 19 anni che si conoscono tra i banchi di scuola, teenagers assonnati, quindi perennemente sognanti, fra le nebbie delle mattinate grige in attesa della prossima estate.

"Matches", il primo dei due pezzi del nuovissimo 7" degli Hund (da Venezia) inizia così e prosegue con  passo trascinante e ipnotico, con un ritmo disco-'70, ma soffuso, con riffs semplici e ben accostati in crescendo.
La definiscono :"..una canzone sulle corrispondenze e le coincidenze che ti fanno riflettere e diventare adulto, passando per i vizi e le insicurezze che devi sfidare in prima persona."

Decisamente più simile ai Drums e Beach Fossils è "Exer", la seconda (brevissima) traccia di questo interessante lavoro uscito per la We Were Never Being Boring Records, una pillola di bravura, una dimostrazione-flash delle loro qualità stilistiche.
E' la storia di un rapporto problematico con una ragazza, “quando non si è troppo maturi per affrontare la
situazione”.

Talentuosi ed affamati di musica come lo si può essere a quell'età, fertili alle influenze e pronti ad esperimenti multipli a base di indie-rock, dj sets ai rave parties, minimalismo anni '60 come Steve Reich o Terry Riley e attitudine shoegaze, gli Hund hanno tutti gli elementi per avventurarsi nella scrittura del primo album, in uscita il prossimo anno, che aspettiamo senz'altro con gioia, non avendo ascoltato che un primo delizioso accenno a ciò che sono in grado di fare e rimanendone affascinati.

Luz