venerdì 23 agosto 2019

HeartBlack Out - Cry Me a Rembauw Baby


HeartBlack Out











Quando si parla di musica elettronica si parla di ricerca, tecnica ed individuale, di rapporto con le macchine, di innovazione e di ritorno alle origini, mentre una serie di led impazziti lampeggiano sullo sfondo.
Abbiamo incontrato HeartBlack Out per la seconda volta, dopo tre anni, sempre nella sua wunderkammer piena di storie, simboli, feticci, strane bambole cibernetiche, e tutto raccontava di processi creativi.
Un nuovo disco, come una nuova scultura, è un punto fermo sul percorso. Rappresenta quello che l'artista ha interiorizzato fino a lì e deve essere reso materia, per poter proseguire alleggeriti e con forze rinnovate.

La tecnologia moderna non è tutto, nell'elettronica.
C'è sempre bisogno di saperla interpretare, di saperne cogliere le opportunità, oppure, di lasciarla correre mentre al posto di un touch-screen si preferisce ruotare un potenziometro.
A volte, in questo mondo tanto onnipotente quanto fragile, capitano disavventure cibernetiche.
Tutto sparisce o si decompone improvvisamente.
Quale scelta può compiere l'umano?
Ricominciare, ricomporre, abbandonare?
HeartBlack Out ha giocato bene le sue carte.


Il suo nuovo lavoro "Cry Me a Rembauw - Baby" progredisce verso beat tutt'altro che soft e più adatti ad una dance-hall che raggiunge l'alba dopo un afterhours.
Bassi distorti e synth serpeggianti si avvolgono sulla cassa in quattro quarti, incalzante, come vuole la tradizione.
Tutt'intorno piovono le note riverberate di un ricordo d'infanzia.

Aspettiamo dunque il prossimo live-set, un'esibizione a tutto volume, per vedere i pezzi metaforicamente alzarsi in piedi dalla tastiera, dal controller, dal monitor di HeartBlack Out, ed incamminarsi incontro a noi.


Luz