lunedì 11 gennaio 2016
LAGS
Una plettrata sfrega forte le corde della Telecaster, con il capotasto a sigillare l'accordatura aperta, pesante invade la sala e si apre un varco, prepotente come un flutto, una diga che si rompe.
Un diluvio con tuoni di batteria e basso.
Trasporta la voce di Luca sulle strade americane del sound post-hardcore dei Lags (ma loro vengono da Roma), urla in faccia tutto.
Il concerto penetra nelle ossa e le asciuga dalla serata piovosa di fuori.
I ragazzi con i maglioni e i capelli bagnati che pogano davanti alla band si scontrano e scaricano sul pavimento pioggia sudore ed emozioni.
I Lags tengono alto il ritmo, pezzo dopo pezzo, poi allentano la presa, per prepararci ad uno stop-and-go che ci catapulterà di nuovo nel vuoto.
Un concerto di spessore, di una band che sa cosa vuol dire live-show: sente il palco, il pubblico, estende il suono fino al muro in fondo al club.
Luz
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