lunedì 9 marzo 2015

Undici anni di Donchisciotte

Si riabbraccia con grande piacere come un caro amico, almeno una volta all'anno, il Donchisciotte.
Quella scuola elementare all'incrocio buio, fatta di mura grige a contrasto con le bianche e illuminatissime residenze moderne, fredda fuori, ma dentro generosa di calore umano, birra e crostata, stufe accese, subwoofers urlanti.

La porta aperta a tutti.
Il supporto di tutti, finalmente anche di qualche faccia giovanissima che ti vende la birra, di là dal bancone, che non ti aspettavi, che ti fa sperare.

Quattro stanze che sono diventate un palcoscenico importante per tutto l'underground locale e internazionale, a cui non si nega mai un tributo, quando richiesto, e si sale sul palco sicuri di aver fatto bene ad un popolo.

Perchè intorno al Donchisciotte è sorta una città.
Palazzi e villette.
Piani, scale, cucine e camere.
Migliaia e migliaia di metri quadri.

Forse un giorno lo soffocheranno, finisce sempre così.

Ma il popolo del Donchisciotte, in questi undici anni, ha costruito molti più metri quadri di felicità, di democrazia, di libertà che in tutti quei palazzi messi insieme.

E' un'architettura invisibile che nessuna ruspa potrà mai demolire.

Auguri Donchisciotte.
E grazie infinite.

Luz

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