mercoledì 2 ottobre 2019

CACAO


Cacao





"La nascita dei Cacao è legata ad una lunga pausa forzata dagli Actionmen, band punk rock nella quale suonavamo entrambi da quando frequentavamo le scuole superiori. Ci siamo ritrovati in due, pieni di energia e voglia di suonare, molto tempo libero ed una sala insonorizzata a disposizione ventiquattro ore al giorno. All'epoca eravamo entrambi votati solo ed esclusivamente al punk rock più tecnico e veloce.
Ci siamo chiusi in sala prove con una grande amarezza, suonavamo per ore ed ore cercando di andare più lontano possibile da quello che avevamo sempre suonato, quasi come per sfogarci.
Entrambi siamo molto emotivi e stavamo vivendo un momento molto triste.
Da quei mesi di sessioni è germinato il sound dei Cacao"

Non lascio affogare nel mare di una cartolina i ricordi dell'estate appena passata, ripercorro le esperienze e torno a pensare ai Cacao.
Li ho visti suonare nel caldissimo pomeriggio dell'Italian Party a Umbertide.
Ho sentito il loro riverbero rimbalzare tra le mura della piazzetta fino a me, che stavo arrivando di buon passo. Mi sono unito alla calca interrogativa che li attorniava; li ho circumnavigati per carpirne le tecniche, mi affascinava il loro modo di presentarsi come se fossimo entrati tutti nel loro salotto e loro neanche si accorgessero di noi, chini sui propri strumenti e multieffetto.

Dunque ho chiesto loro di farsi intervistare: hanno accettato, gentilissimi.

Torniamo a quel 20 di Luglio.
Mentre li filmo, Matteo, il chitarrista, mi dà le spalle, ma da dove mi trovo vedo benissimo il suo circuito di pedalini segreto, la sua ricetta per quel suono interstellare.
"La chitarra che uso è un G&L F-100 degli anni ottanta (arrivata a me per puro caso, come più o meno tutto, lungo la mia strada), mi era stata consigliata da colui che poi sarebbe diventato il futuro produttore/discografico dei Caco: Francesco Giampaoli.
Mi trovavo in un periodo di spensieratezza economica e l'ho comprata, poi l'ho lasciata inutilizzata per anni e infine riscoperta.
Negli anni mi sono appassionato ai pedalini "sfuma-errori" come delay, reverberi e modulatori, cambiandone e provandone compulsivamente vari tipi, trovando, ancora casualmente, la sequenza che attualmente utilizzo: boost/ reverbero freeze/ octaver/ phazer/ delay/ delay/ octaver.
Inconsapevolezza e disciplina, da qui nasce il nostro suono.".

 
Mi concentro adesso su Diego ed il suo Fender Jazz Bass.
Lo vedo e lo sento rintoccare pochissime note che però escono vive e penetranti. Vedo che se le gode una per una e le segue con leggeri movimenti del corpo e del piede sinistro.
Gioca di continuo, anche lui, con la serialità del suono che un delay corto gli rilancia indietro potenziata dalle rifrazioni, gli echi e le sovrapposizioni delle note: in un loop tutto si autoalimenta e crea stabilità sulla quale continuare a salire verso l'alto.
"Mi ritrovo ad essere un minimalista un po' per gusto e un po' a causa dei miei limiti" - confessa sincero - "Ho cercato di dribblare i miei punti deboli. Ammiro la forza dei bassisti reggae e dub ed avvicinarmi ad avere quella consapevolezza e potenza ritmica, oltre che melodica, è per me un obiettivo quotidiano. Paradossalmente mi rivedo più in Cliff Williams, Malcolm Young e Chris Slade, sia presi singolarmente che come entità unica (AC/DC), durante Let There Be Rock a Donnington.









"Con i Cacao mi viene molto più naturale avere questo ruolo più ritmico: non essendoci una batteria si creano degli spazi davvero interessanti che posso occupare. Poi la cosa di creare un loop vivo e farlo rotolare mi diverte molto. mi appaga, oltre ad essere sempre uno stimolo creativo.
In effetti sono stato, come tanti bassisti, folgorato da Les Claypool e la sua impronta me la sento addosso"

Ma la mano del producer è un timbro di garanzia. Non solo, spiega Diego: "C'è comunque lo zampino di Francesco (Giampaoli) anche qui. E' stato, prima che produttore e discografico dei Cacao, mio maestro di basso. Tra i suoi numerosi consigli ci fu quello di acquistare un delay ed un octaver di una serie anni '80 della Ibanez: la Power Series. Accettai il suggerimento, ma per anni non sono stato in grado di trovare un senso a quei pedali, poi nelle sessioni con Matteo, giocandoci, siamo riusciti a tirarne fuori qualcosa che ci è piaciuto. E' evidente che l'ispirazione nasce da One of These Days dei Pink Floyd, per poi trovare anche analogie con svariati beat di musica elettronica.".

Parliamo ora del loro disco: Astral.
Rispecchia molto quello che si sente dal vivo senza eccessivi aggiustamenti e post-produzioni. Mi chiedo e pongo a loro la domanda di come abbiano fatto a registrarlo.
Uno "stream of  consciousness" di chitarra e basso in stile kraut-rock che abbraccia numerosi generi e citazioni, dalla disco al dub al tango! 
Spiegano i Cacao: "Un imprinting forte sul nostro stile lo abbiamo ricevuto nelle estati dei primi 2000 passate a Marina di Ravenna.
Durante il weekend le spiagge erano invase da migliaia di persone ed ogni stabilimento balneare aveva la sua festa con relativo dj set dal pomeriggio a notte fonda. Sentivamo musica techno, afro, il rock più becero e le hit degli '80 e '90, oppure funky e disco music.
Capitava sovente di ritrovarsi, in stati spesso alterati, nella duna alla metà esatta fra due feste: lì si creava una mescolanza di sound incredibile!
Questa promiscuità sonora, oltre ad averci fatto scoprire un sacco di musica nuova ogni settimana, ci ha soprattutto aperto la mente e dato spunti e punti di vista che a distanza di anni sentiamo far parte della visione dei Cacao.".
Passiamo agli aspetti più tecnici dell' incisione:
"La fase di registrazione del disco è stata particolare. Abbiamo fatto tutto da Giampaoli, nel suo studio Al Mare, a Lido di Dante (Ravenna), vicino a casa nostra. Andavamo lì la sera ed affrontavamo un paio di brani alla volta con due take per ciascuno. Il giorno successivo ascoltavamo tutto con calma e decidevamo se era buono o da suonare di nuovo, o se qualcosa andasse sovrainciso. E' stato un lavoro tutto sommato tranquillo, meno pesante di un'intera sessione dei brani presa tutta in un giorno.
Ci siamo sempre confrontati, su ogni brano e anche sull'identità che il disco doveva trovare, con Francesco.
E' lui l'artefice del suono dei Cacao.
Lo studio Al mare è un posto magico. Ci sono un' infinità di amplificatori, strumenti ed effetti stupendi che possono ispirarti e portare i brani a svolte inaspettate, sia nel suono che nella struttura.
Francesco ha sempre una visione interessante su ciò che produce, offre spunti creativi che ci piacciono molto. Sicuramente ci sono cose del disco che sono proprio nate lì, Al Mare.".


Questo è uno dei duo più originali in circolazione, senza dubbio. Non ne esistono molti altri senza il cinquanta percento di batteria.
Chiedo: come si sta senza?
"In questo caso si sta bene. Noi amiamo i batteristi, sia chiaro. Con gli Actionmen e in altre formazioni abbiamo avuto il piacere e la fortuna di suonare con musicicisti formidabili. C'è voluto un po' per capire come far rendere, dal vivo, le nostre idee e avere il suono migliore per proporle. Tenere alta la tensione durante un live set è sempre una questione delicata anche con una batteria al seguito"- e come se lo è! - "Sicuramente è indispensabile cercare di ascoltare chi suona con te, essere connessi, andare nella stessa direzione. Sembrerà banale, ma non sempre succede. Non vediamo tante limitazioni nel non avere una batteria, ma grande libertà, consapevoli che possano pensare lo stesso i membri di un ottetto di musica celtica.".











Mi spingo oltre: voglio sapere cosa stanno progettando per il futuro:
"Il nostro primo disco, Astral, è uscito a fine 2016 e lo abbiamo suonato tantissimo in giro. per quasi tre anni, stiamo lavorando al nuovo, adesso. Abbiamo già registrato qualcosa durante una sessione di aprile 2019, nella quale abbiamo curato la colonna sonora originale del documentario Quasi Venezia (visibile on demand su Sky). Capiremo presto come muoverci e ci prenderemo il prossimo autunno per lavorarci su.".

Li ringrazio tantissimo per il tempo concessomi.
Mi darò da fare per portarmi ancora una volta a distanza ravvicinata dalla loro alchimia sonica...


Luz

1 commento:

  1. correggere un refuso alla riga:
    > dei Caco: Francesco Giampaoli.

    Lorenzo

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