lunedì 12 ottobre 2015

Midrake



A me piace non rovinarmi la sorpresa  quando devo condividere il palco con un’altra band che non conosco.
Non ascolto mai le tracce prima di averli sentiti dal vivo, nell’atmosfera intima del sound check pre-concerto, che si fa di solito, se va bene, verso le sette e mezza di sera.
Il locale ancora vuoto, una birra di benvenuto, la fatica nelle braccia per aver scaricato quintali di legno, ferro e magneti.
Poi, dopo varie acrobazie sui cavi e tra i piatti della batteria, finalmente, il primo pezzo tutti insieme.
La band si presenta alla platea quasi vuota che rimbomba e non dà la misura del suono di “dopo, con la gente..”, ma se sei abituato ad essere lì in quel momento, puoi già capire se quello che fanno ti piace o no.

I Midrake sono partiti con "I don't wanna go to the couple therapy".
Punk caldo, un sole californiano, linee vocali sovrapposte eccellentemente nella loro necessaria semplicità.
Michael, Eric e Marco ( di Berna ) in linea, davanti.
Chris (da Denver-USA) dietro alla batteria.
Una scaletta che è scesa giù come birra fresca in un venti di luglio pomeriggio.
Uno show padroneggiato alla maniera di chi sale e scende continuamente da palchi diversi e distanti centinaia di chilometri ogni sera, e sa sempre come divertirsi e far divertire.

L'ho capito subito, che mi sarebbero piaciuti.
E la birra di benvenuto era già finita.

Luz

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